Il lungo trekking europeo del pesarese Daniele Grassetti

Oggi ho il piacere di potere condividere con tutti voi l’intervista a Daniele Grassetti, che il 31 Maggio è partito da Pesaro, la città in cui vive, per una camminata solitaria di 10.000 kilometri.

Daniele, quando e come ti è venuta l’idea di organizzare questa camminata in giro per l’Europa?

L’idea di fare questo lungo cammino –  dice Daniele – è nata un po’ per scherzo un po’ per noia. Qualche anno fa mentre stavo percorrendo il Cammino delle Terre Mutate ho detto che per i 40 anni avrei preso un anno sabbatico per fare un lungo viaggio… L’avevo detto quasi per scherzo, come una di quelle cose che si dicono più che altro come auspicio che come vera intenzione.

Poi, durante il secondo lockdown, qualcuno mi ha ricordato questa frase e allora, visto che di tempo ne avevo in abbondanza, ho iniziato a guardare mappe e a farmi spedire libri sui parchi nazionali e sui cammini in Europa.

Ho speso più di un anno a costruire il mio piano di viaggio, mettendo su un file excel tappa per tappa con preventivo di spesa annesso considerato cercando alloggi su vari siti di prenotazione online, per avere anche idea di un budget totale.

È stata un’attività avvincente quella della progettazione, che mi ha permesso di viaggiare di fantasia e di mantenere un alto livello di entusiasmo in un periodo in cui invece c’era poco da essere entusiasti. A volte ci lavoravo così tanto che arrivavano le 11 di sera e mi rendevo conto di non avere nemmeno cenato! Più il mio viaggio virtuale prendeva forma, più mi sentivo di volerlo fare. Sapevo che sarebbe stata un grande sfida ma il bisogno di mettermi alla prova, unito alla voglia di emozionarmi ammirando la bellezza di un luogo, hanno messo in secondo piano i miei timori.

Il passo successivo è stato meno divertente… ovvero rendere questa fantasia un progetto possibile! 

Ti sei prefissato di viaggiare per circa 15 mesi. Molti si chiederanno: “Come fa a viaggiare così a lungo? E il lavoro?”

Per poter concretizzare questo progetto ci sono voluti 16 mesi in cui ho svolto un extra lavoro e ho risparmiato ancora più di quanto facessi prima. L’extra lavoro l’ho lasciato senza problemi, essendomi fatto assumere a tempo determinato nella ditta di mio fratello che è stato molto sensibile e disponibile nei miei confronti una volta venuto a conoscenza del mio piano.
Per le mie due altre occupazioni mi sono preso un anno libero… visto che sono entrambe occupazioni per cui non devo rendere conto ad un capo o datore di lavoro.
Dal punto di vista finanziario dovrei aver messo insieme la cifra necessaria per stare via 15 mesi, ma ho comunque aperto una campagna di Crowdfunding con la finalità di raccogliere fondi per una cooperativa che si occupa di salute mentale e per aiutare me nel vivere più serenamente questo cammino.

Nello specifico, la Cooperativa Sociale Alpha Onlus si occuperà di svolgere una serie di camminate di uno o più giorni con i suoi utenti, volte a favorire il recupero (la riabilitazione) attraverso il contatto con la natura, con se stessi e con gli altri. Con gli altri perché a quasi tutte queste attività parteciperà anche l’associazione “LaPallaRotonda”, di cui sono presidente, e saranno aperte a tutta la cittadinanza.
Grazie al crowdfunding ho già donato 1500 euro alla cooperativa.

Quanto è grande lo zaino che porti con te per questo viaggio? Quale oggetto che non avresti mai lasciato a casa per nessuna ragione al mondo? E un oggetto che durante il cammino ti sei accorto che avresti potuto non portare perché “futile”?

Lo zaino è un 60 litri, molto comodo e funzionale (ha un sacco di tasche). A pieno carico pesa circa 16-17 kg, dipende da quanto cibo devo caricarmi. 
Tra le cose più utili fino a questo momento direi sicuramente i bastoncini da trekking che mi aiutano non poco a ridurre i disagi alle articolazioni, ai piedi e alla muscolatura dovuti al peso dello zaino.



Altra cosa utile, la fascia scalda collo. Sembra una stupidata, ma si rivela essenziale sia per non cuocersi il retro collo col sole, sia per proteggere la gola dalle ventate d’aria, sia da mettere in fronte nei tratti in cui si suda di più;
ma la prima compagna di viaggio tra tutte rimane la vaselina da mettere ai piedi prima di camminare!!!

A casa avrei lasciato volentieri un paio di scarpe, perché sono partito con due paia. Per il resto tutto quello che ho caricato lo sto trovando decisamente utile. Peccato che sto dimenticando in giro anche le cose utili! Ho già perso gli occhiali da sole, il coltello, un caricatore, una maglia tecnica e uno scalda collo!
Certo, mi sto caricando anche una maglia termica e un maglioncino leggero che ancora non ho mai messo… ma l’inverno arriverà comunque!

In base a cosa hai deciso il tour da fare?

Il giro è stato deciso in base a dove avrei voluto essere a seconda della stagione. Quindi ho pensato di passare questa estate sui monti tra Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia… nazioni in cui dovrebbe anche essere leggermente più fresco. Cosa che posso confermare visto che stamattina alle 7:30 al confine tra Austria e Polonia erano 12 gradi! In autunno sarò prevalentemente in pianura o collina, ma rischio di prendermi un po’ di pioggia tra Germania, Belgio, Olanda e Normandia. 

In inverno mi sposterò coi mezzi per raggiungere il sud della Spagna e camminare da lì, risalendo poi il Portogallo e facendo il nord della Spagna in primavera… per poi teoricamente finire in estate sui Balcani (questo rimane ancora un punto interrogativo).

Il prossimo Stato in cui andrai?

Attualmente sono in Repubblica Ceca e ci camminerò per circa un mese… poi andrò a fare un pieno di monti in Slovacchia! 

Faccio un grande in bocca al lupo a Daniele per il suo viaggio europeo che ha anche una nobile finalità. Sono certa che chi leggerà questa intervista si appassionerà al racconto e alla storia di come è nato questo viaggio, così come è successo a me.

Potete seguire Daniele nei suoi spostamenti quotidiani attraverso la sua pagina Facebook:

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