Omar, pianista marchigiano che suona in tutta Italia.

Chi legge da tempo il mio blog sa che quando incontro persone che hanno raggiunto i loro traguardi, seppur con fatica e sacrificio, queste catturano la mia attenzione. Credo che le loro storie possano essere di ispirazione per tanti altri che, da casa o in ufficio, posizionati dietro allo schermo di un pc, magari quella vita la sognano, ma hanno paura di fare il grande passo. Lasciare le proprie certezze e partire per rincorrere un sogno è un grande atto di coraggio. Quando mi trovo ad ascoltare queste storie, mi dico che voglio essere un loro piccolo amplificatore, perché si tratta di vite audaci, di chi non ha avuto paura di scompigliare i piani (spesso di altri) e fare ciò che veramente sentiva. E se poi, come in questo caso, questi racconti riguardano la vita di un marchigiano, mi fa ancora più piacere dare loro voce.

Storia di un pianista marchigiano e del suo maggiolone

Omar è un giovane nato e cresciuto a Fossombrone, in Provincia di Pesaro e Urbino. Classe 1994, dopo aver frequentato il liceo artistico ad Urbino in cui si diploma nell’indirizzo cinema e fotografia, decide di iscriversi allo IAAD, Istituto di Design di Torino, dove frequenta il corso di laurea in design dei trasporti. Durante il secondo anno si accorge, però, che quello delle automobili è un mondo in cui non si rispecchia al 100%. Decide di prendersi un anno sabbatico, un anno per riflettere, per capire cosa realmente avrebbe voluto fare, un anno in cui frequenta anche un corso di teatro e mindfulness.

Fin da bambino ha una forte passione per il disegno e le arti in genere, ereditata dalla mamma, che lo trasportano, come dice lui, in una “dimensione parallela”, permettendogli di vivere come in una fantastica bolla. Saranno proprio queste attitudini a guidarlo, inconsapevolmente, verso la realizzazione tangibile e concreta del suo grande sogno: fare della musica il suo mestiere.

La musica come scappatoia.

Il percorso da musicista di Omar comincia quando, piccolissimo, suonava in soffitta la chitarra di sua mamma. La musica è da subito la sua “bolla di pace” ed impara ad orecchio le prime canzoni.

Poi, alle scuole Medie di Fossombrone, grazie ad un Professore che gli fa vivere tutta la bellezza della musica, si appassiona ulteriormente. Già da giovanissimo ascolta musica classica e neoclassica, generi molto amati anche dalla mamma, una figura fondamentale nella vita di Omar.

Mia mamma era un’artista più artista di me – dice Omar – ma non è stata appoggiata dai familiari così come ho avuto la fortuna di essere io. Forse, per questo, mi ha dato sempre carta bianca per fare ciò che desideravo”.
Oggi il suo repertorio, oltre alle musiche da lui composte, comprende brani di Einaudi, Morricone e del compositore islandese Olafur Arnalds.

Quando tutto ebbe inizio

Figlio di camperisti, con un forte spirito itinerante, Omar nel 2018 si mette alla ricerca della sua prima auto, quella che avrebbe soddisfatto il suo desiderio di indipendenza. Non cerca un mezzo qualsiasi, ma un’auto vintage guidato dallo spirito di utilizzare il più possibile ciò che già esiste, dandogli in qualche modo una “seconda vita”. Il maggiolone lo aveva sempre affascinato, così mi dice Omar con gli occhi brillanti di chi si appassiona a raccontare la storia del design automobilistico. Quest’auto, progettata negli anni ‘30 ha fatto da precursore alla Porsche ed ha delle sembianze che potremmo definire “umane”, con i suoi caratteristici fanali che sembrano due grandi occhi, pronti ad osservare il mondo, guardandolo dritto in faccia.

La storia di Lino

Dopo attente ricerche e valutazioni, il 27 Ottobre 2018 arriva Lino, così Omar ha battezzato il suo maggiolone del 1973. “Lino è stato un regalo – dice Omar – di nonna Luigina e nonno Giampiero che hanno capito e sostenuto il mio desiderio di cercare la mia strada”.   

Da subito mi sono messo, da buon designer, a restaurare il maggiolone. Ho deciso che avrei mantenuto il colore rosso fiammante della sua carrozzeria originale ed ho cominciato a fantasticare sulle strade che mi avrebbe permesso di percorrere”.

Passa un po’ di tempo, è il 30 Gennaio 2019, Omar sta facendo dei compiti dell’università, si distrae sbirciando Instagram quando gli appare la foto di un paesaggio in Toscana. Da lì l’intuizione: voglio fare musica itinerante, voglio vivere di questo!

Da lì è un’escalation di accadimenti. Apre una campagna di crowfunding, condividendo il suo progetto, per raccogliere fondi per portare la musica da artista di strada girovagando per l’Italia. Trova sostenitori tra amici, parenti e sconosciuti raggiunti grazie ai canali social. Grazie al ricavato di quella campagna registra e pubblica il suo primo disco. Nel contempo comincia la progettazione e realizzazione di “Lino il maggiolino”. Omar progetta e realizza manualmente le modifiche all’auto, con l’aiuto di Oreste, un amico meccanico. Il maggiolone doveva viaggiare nella legalità, quindi è stato fatto anche uno studio sulla regolarità omologativa ed è stato tutto realizzato senza fare modifiche strutturali al telaio originale. Tutto è a incastro.

Un grande aiuto – prosegue Omar – me lo ha dato anche mio padre che è un elettricista. È lui che mi ha proposto l’idea del fotovoltaico che si è rivelata la soluzione ideale per permettermi di amplificare la mia musica anche nei posti più impensabili, in assenza di corrente elettrica”. L’auto diventa oggetto di tesi di laurea di Omar, racchiudendo due progetti in uno: un mini van dentro la macchina ed un pianoforte viaggiante. A Dicembre 2020 si laurea perché, come dice lui, “si deve sempre avere un piano B nella vita” e anche perché non voleva vanificare i sacrifici fatti dai suoi genitori e dai suoi nonni per farlo studiare a Torino.

Il primo viaggio non si scorda mai

Per il primo viaggio da pianista sul maggiolino il navigatore mi ha dato problemi, così ho cominciato a viaggiare seguendo i cartelli, guidato dall’ispirazione del momento. Sono arrivato al Monte San Vicino. Ho fatto un primo concerto nascosto dietro l’albero di un campeggio, per non disturbare nessuno. Dopo poco, si sono avvicinate a me delle signore del campeggio che mi hanno esortato ad andare al centro ed alzare il volume. Lì è cominciato tutto.

Nel 2019 ad Elcito, il Tibet delle Marche, vive la prima esperienza di convivialità, incontrando persone che gli davano alloggio. Lì si rende conto che può vivere di questo stile di vita e anche di musica… anzi, non ne può più fare a meno di questa vita.

 

“Ho assaporato la bellezza del viaggio, senza aspettarmi nulla. Ho incontrato sempre persone bellissime. Vorrei dire a gran voce che il mondo e le persone sono molto più belle di ciò che fanno vedere.”

Progetti futuri?

L’ idea di Omar è di vivere di questo progetto 365 giorni l’anno, magari spostandosi in base al clima, andando dove sarà più favorevole, magari Sicilia o Puglia. Il suo grande sogno sarebbe di andare in Islanda con il maggiolino.

Lì vorrei concepire – dice Omar – una formula di viaggio diverso e vorrei organizzare una piccola troupe per fare una sorta di documentario. Questo per far capire il meglio possibile tutto il dietro le quinte che c’è dietro al progetto”.

Seguitelo sui suoi canali social!

Ogni venerdì Omar comunica tramite le sue pagine Facebook e Instagram dove si esibirà nel weekend. Prossimi eventi in programma a cui parteciperà:

  • 21 Giugno: montagna dei fiori, sopra Ascoli Piceno, Festival dell’Happennino
  • Da metà giugno a metà luglio sarà a Castelluccio di Norcia

Un grande in bocca al lupo Omar per i tuoi progetti e grazie per il bellissimo esempio che dai a chi si sente un po’ smarrito e non sa bene cosa fare della propria vita.

Fate ciò che più vi piace, anche se sarà la strada più tortuosa… ne varrà la pena!
Valentina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *