Gole dell’Infernaccio: paradiso naturale nel cuore delle Marche

In questi giorni a casa rispolvero le fotografie dei miei viaggi marchigiani ed ecco che ritrovo quelle di un luogo che mi ha affascinato particolarmente.
Oggi faccio con voi un viaggio tra i ricordi di una giornata che ho trascorso in uno dei paradisi naturali della Regione Marche.

Chi mi segue sa che l’autunno è la mia stagione preferita: le temperature sono miti e in tutte le Marche si possono ammirare bellissimi foliage… uno spettacolo che la natura ci regala ogni anno, una muta variopinta che mi affascina da sempre.

Tra le gole naturali più suggestive che abbia visto fino ad oggi, ci sono di certo quelle dell’INFERNACCIO. Scavate dal fiume Tenna, tra il Monte Priora e il Monte Sibilla, sui Monti Sibillini, queste bellezze della natura si trovano nel comune di Montefortino in provincia di Fermo e rappresentano un importante luogo di escursioni e passeggiate.

Mappa all'ingresso

Fanno da ingresso alla gola le “Pisciarelle” (rigagnoli d’acqua che scendono dal Monte Zampa), piccole cascate a goccia, una sorta di “doccia naturale” che di certo in estate deve essere molto piacevole.

Da qui ha inizio il sentiero che si inerpica tra rocce e vegetazione di vario tipo, scavalcando il torrente.

Un fiabesco ponticello in legno vi permetterà di superare il torrente e, subito dopo, avrà inizio una piccola parte in salita. Non preoccupatevi, però, il percorso andrà addolcendosi fino a sfociare in stradine e sentieri molto più pianeggianti e facili da percorrere, tanto che ogni anno sono attraversate da migliaia di turisti e di famiglie anche con bambini.

Faggeta

 

Superata questa prima parte entrerete in una bellissima faggeta in cui sarete accompagnati dal mormorio del torrente.

Incontrerete lungo il cammino un bivio: io ho deciso di proseguire verso l’Eremo di San Leonardo, una strada molto bella e non troppo impegnativa, che vi suggerisco. La strada è in salita, ma si lascia percorrere in tranquillità.

Arrivati in alto la vista dell’Eremo ripagherà lo sforzo degli ultimi metri.

Alla sua vista non potrete non restare a bocca aperta!

 

Bivio
Eremo di San Leonardo

In questo luogo incantato i monaci camaldolesi dell’Ordine di San Benedetto, congregazione monastica fondata nel 1024 da San Romualdo, monaco benedettino, vissero per anni solamente con quanto la terra donava loro. Coltivavano i terreni circostanti, scendevano a valle per disboscare e procurarsi la legna per la stagione invernale e seminavano il grano nel mese di marzo, terminate le gelate invernali.

Davano anche ospitalità a pellegrini e viandanti che percorrevano la via. Li accoglievano non solo con vitto e alloggio, ma con la massima premura possibile. I monaci avevano anche l’obbligo di lavare i piedi dei pellegrini stancchi del viaggio ed il Priore era tenuto a consumare il pasto con loro. Successivamente, la crisi dell’agricoltura e della pastorizia costrinse molti popoli ad abbandonare queste terre e cercare lavoro altrove. Stessa sorte subì la Chiesa che, dopo oltre 40 anni, i monaci abbandonarono.

Nel 1970 qui si stabilì il frate cappuccino Padre Pietro Lavini con l’intento di ricostruire quell’antico edificio che da ciò che riportavano i testi dell’epoca, doveva essere uno degli eremi più antichi e belli di tutte le Marche.

E’ grazie a lui se oggi possiamo ammirare questo luogo magico, perfetto punto di arrivo per una passeggiata altrettanto piacevole e suggestiva.

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