Oggi vi porto alla scoperta di un Comune della Provincia di Pesaro e Urbino, in cui potrete trascorrere un weekend di relax, si tratta di Colli al Metauro. Racchiude tre borghi bellissimi, quello di Montemaggiore, Saltara e Serrungarina, tutti ricchi di bellezze artistiche, ma anche di prodotti tipici del territorio che potrete portare a casa come gustoso ricordo.
Se si arriva da Calcinelli, il castello domina dall’alto della sua posizione, incastonato nel cielo, quasi fosse un dipinto. Sulla via principale del paese, ospitato nella ex chiesa di Santa Maria del Soccorso, si trova il Museo del Fiume che raccoglie le testimonianze del passaggio di Winston Churchill in questo territorio.
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Questa è anche terra di buon cibo e buon vino. Qui, infatti, si diffuse e si impose sin dal 500 a.C. un vitigno denominato Bianchello che è DOC. Si tratta di un vino molto piacevole grazie all’esposizione delle vigne. Mi hanno detto che le pendici esposte a Sud e Sud/Ovest nelle medie e basse colline che dai contrafforti appenninici digradano al mare sono le più vocate alla coltivazione di questo vitigno.
Ciò che colpisce di questo borgo apparentemente simile a tanti è il suo racchiudere in una così piccola dimensione, tante perle preziose: gli antichi mercati coperti, quasi unici in Italia, il giardino pensile, le mura dove un tempo si giocava al gioco del bracciale, le chiese, un tempo numerosissime.
Forse non tutti sanno che Saltara ospita anche uno dei più grandi musei della scienza in Italia, Il Museo del Balì, un museo interattivo che conta ogni anno la visita di 50.000 persone. Se volete maggiori informazioni sul museo, orari di apertura e altro, visitate il loro sito web: www.museodelbali.it
Terza ed ultima tappa di questo weekend slow, è Serrungarina, anche questo un borgo di piccole dimensioni delimitato da una rocca, imponente struttura muraria realizzata nell’epoca del dominio dei Malatesta.
Grande specialità di questo territorio è la coltura della pera angelica che fa di Serrungarina l’unica produttrice a livello nazionale di questo gustoso frutto, riconosciuta da un decreto ministeriale del maggio 2001 come prodotto agro-alimentare tradizionale.
In questo territorio la coltivazione è comprovata dagli inizi del Novecento ed oggi alcuni produttori raccolgono tra la fine di agosto e gli inizi di settembre una produzione selezionata, unica a livello nazionale, utilizzata per gustose preparazioni oppure destinata alla produzione di marmellate, pere sciroppate e grappe, oltre che di un’acquavite di Pera Angelica.
Spero di avervi incuriosito a tal punto da voler correre a preparare le valigie per trascorrere qualche giorno in questi tre borghi marchigiani, in cui tradizione, grande cultura enogastronomica e ritmi di vita che sembrano essersi fermati ad epoche passate, hanno la meglio sulla frenesia della normale routine settimanale.